La ricerca sociale è il modo con cui possiamo conoscere la realtà che ci circonda. Indagini e sondaggi sono tra gli strumenti utilizzati dai ricercatori sociali per avere una rappresentazione realistica di quanto avviene intorno a noi. Fino a qualche giorno fa avevamo la percezione che la medicina omeopatica fosse considerata, se non alla stregua della stregoneria, certamente una disciplina poco nobile, disprezzata e da condannare da parte della comunità scientifica. A dare credito a questa ipotesi basta guardare a qualche settimana fa, quando le testate giornalistiche hanno dato grande risalto alle notizie che riguardavano il dramma del bimbo deceduto per un errore del medico omeopata nel trattare un'otite e, qualche giorno dopo, nel dare visibilità al ritiro da una rivista scientifica di uno studio clinico su un farmaco omeopatico perché contenente dati falsificati - questo è sostenuto dai ricercatori italiani che hanno scoperto il "falso". Ma è proprio così ? Davvero la comunità scientifica nel nostro Paese (in Europa è molto diverso) rigetta a priori la medicina omeopatica ? 0 si tratta solo di un'operazione che i ricercatori sociali definiscono di "cherry picking", ovvero raccogliere solo le ciliegie più "commestibili" - nel nostro caso le notizie che danneggiano l'omeopatia - tralasciando tutte le altre - in questo caso quelle a favore della disciplina omeopatica - così da fornire una percezione distorta della realtà?

LA REALTÀ È DIVERSA

Per verificare la mia intuizione ho commissionato ad EMG Acqua, società di ricerca tra le più conosciute e stimate, un sondaggio all'interno della comunità scientifica per verificare se davvero ciò che sentiamo raccontare fosse condiviso da tutti i medici, farmacisti i o giornalisti che scrivono di salute. Insomma se fosse realmente così negativo il giudizio sulla medicina omeopatica da parte dell'intera comunità scientifica e di chi si occupa di salute. Quello che è emerso è l'esatto contrario: un quinto dei medici di famiglia prescrive farmaci omeopatici e il 60% circa degli intervistati li utilizza per curarsi. È quindi un rapporto positivo quello tta la comunità medico-scientifica e l'omeopatia. Nessuna ostilità, dunque, ma anzi voglia di approfondire e di conoscere, tanto che a gran voce medici e farmacisti chiedono maggiore informazione e conoscenza rispetto ai vantaggi della medicina omeopatica. Il sondaggio che abbiamo commissionato ha coinvolto un campione di 300 esperti tra medici generici, farmacisti, docenti universitari in ambito medico e giornalisti che scrivono di sanità. La reputazione dell'omeopatia fra gli "addetti ai lavori" è buona: soltanto il 10% degli intervistati parla di "effetto placebo" e solo il 14% tra medici e farmacisti si rifiuterebbe di prescriverli. Quindi nessun preconcetto, anzi, il 44% ritiene particolarmente utili i medicinali omeopatici. La notizia non dovrebbe passare inosservata, considerando i toni accesi che ultimamente hanno caratterizzato i temi legati ai farmaci omeopatici. Eppure non risulta che alcun Tg l'abbia rilanciata - e mi riferisco in modo particolare a quelli della televisione pubblica, che dovrebbe più di altre garantire di un'informazione giusta ed equilibrata - né che le testate giornalistiche che si spendono da tempo per screditare la disciplina omeopatica abbiano dato visibilità alla notizia. Se si dà voce solo ai pochi che screditano l'omeopatica, la conseguenza sarà che l'opinione pubblica penserà che la posizione ufficiale della comunità scientifica è contro l'omeopatia. Ma abbiamo dimostrato che così non è.

GIOVANNI GORGA
Presidente Omeoimprese